sabato 22 novembre 2008

Esiste l'amicizia?

Quanti dicono di chi conoscono appena: “ E’ un mio amico”, “Siamo amici”? Con che facilità, con che leggerezza definiamo amici i conoscenti o i complici. E questo per pigrizia, per abitudine o perché, in quel momento, ci fa comodo. Ma l’amicizia è rara, rarissima. A differenza dell’amore, egoismo a due, l’amicizia esige lealtà, generosità, stima. Un galantuomo può amare una megera e una donna onesta può impazzire per un criminale. Ma né questa né quello potranno essere amici di una sgualdrina, di una donna che si concede o si nega per calcolo, o di un serial killer. A tutti, o quasi, è capitato di innamorarsi, ma quanti hanno davvero provato il “sentimento dell’amicizia”, ne hanno goduto i piaceri e assaporato gli aromi? Niente è più raro dell’amicizia perché a farla nascere e a corroborarla è la “disponibilità al dialogo”, al “libero scambio di idee e di consigli”, al “conforto reciproco nei momenti difficili”, al “sacrificio quando si ha bisogno”, alla “serena condivisione delle sofferenze e delle gioie”. Chi ti ama oggi, domani potrebbe odiarti, ma chi ti è veramente “amico”, nella buona e nella cattiva fortuna ti sarà sempre vicino. L’amico preferisce “dare” che ricevere e, quando dà, non chiede nulla in cambio. Accetta i difetti dell’altro, che accetta i suoi, e con diligenza, prudenza, pazienza, non te li rinfaccia ma te li fa notare. E senza superbia ed enfasi cerca, non dico di trasformarli in virtù, ma di lenirne la malignità e di rintuzzarne la perniciosità. L’amico ti ammette nella sua cerchia intima ed esclusiva per quello che sei, e lo stesso fai tu con lui. Non ti chiede quello che giudichi inopportuno e sconveniente dirgli, ma è sempre disposto ad aprirti il suo cuore, se questo può giovarti e soccorrerti. Non farà mai sue le parole di Dostoevskij “l’uomo ama vedere il suo migliore amico umiliato davanti a lui”. Per la maggior parte degli uomini, l’amicizia è fondata sull’umiliazione. E’ un concetto disperato, intriso di cinico pessimismo. Questo può valere per le false amicizie, le amicizie simulate, quelle senza autentiche affinità e prive di valore. Io, amici, nella vita, ne ho avuti pochi e me ne è rimasto uno solo. Gli altri se li sono portati via il tempo e la “Parca Atropo”. Ma li ricordo e li rimpiango più di quelle poche donne che ho amato. La loro memoria mi riempie lo spirito di nostalgia e il cuore di commozione. (Roberto Gervaso)

P.S. E tu, caro amico mio, ricordati che non ti perderò perchè sei l'unico che riesce a leggermi i pensieri. Ciao.

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