domenica 31 maggio 2015

Si vergogna dei pensieri che ha avuto...

Venti letti di metallo occupano la camerata, disposti uno di fronte all'altro su due file da dieci. Hanno materassi sottili coperti da lenzuola bianche, ma niente cuscini. Poichè Jyoti sta pulendo, è là sopra che si ritirano i suoi compagni, e infatti sono ancora quasi tutti radunati su quello vicino alla finestra, a giocare a un gioco di parole. Hanno smesso di cantare "Railgaadi" e sono arrivati al punto in cui devono trovare una canzone che inizia con la "V".  Senza staccare gli occhi da Chamdi, Jyoti intinge un pesante straccio grigio in un secchio che contiene una miscela d'acqua e disinfettante, poi lo sbatte per terra. Chamdi la guarda e sorride. Jyoti lavora all'orfanotrofio da molti anni, insieme al marito Raman, e Chamdi sa che non ce l'ha con lui. Anzi, adesso sarebbe bello che smettesse di lavare e gli preparasse un tè, ma per quello dovranno aspettare tutti che abbia finito. Oggi si è messa l'olio nei capelli, e l'odore di olio e disinfettante aleggia nell'intera camerata. Chamdi lancia un'occhiata nel grande secchio verde, all'acqua torbida di sudiciume, e gli torna in mente il pozzo. Subito distoglie lo sguardo e si dirige verso la sala di preghiera. Nessuno saprà mai che ha pensato di buttarsi, si dice. Nessuno, tranne l'uomo che sta nella sala, bello e imponente come un gigante. Non riesce nemmeno a guardarlo. Si vergogna dei pensieri che ha avuto, soprattutto visto che quell'uomo ha sofferto più di chiunque altro Chamdi conosca. Gesù. (tratto dal romanzo "Il bambino con i petali in tasca" di Anosh Irani)

venerdì 29 maggio 2015

Fumarono insieme per la prima volta...

Una fredda sera d'inverno Will andò a cena da lui, non dalle ragazze ma proprio a casa di Jack, che quel pomeriggio gli aveva detto: "Ehi, se non ti fanno schifo gli avanzi, ieri sera ho preparato la mia prima vera cena". Ciò che Jack aveva omesso di dire è che a Will non sarebbero stati serviti degli avanzi, ma uno stufato di manzo che Jack aveva preparato la sera prima appositamente per lui."Forse più tardi verranno anche le ragazze" aggiunse Jack, ma in realtà non le aveva neanche invitate. Dopo cena Jack rollò una canna e i due fumarono insieme per la prima volta. Ascoltarono Dionne Warwick e continuarono a scambiarsi misteriosi sorrisetti, come se stessero decifrando gli stessi messaggi segreti nello stesso identico momento. Will, sdraiato sul divano, buttò la testa all'indietro e chiuse gli occhi. La grossa mano solcata dal blu delle vene, con i radi peletti dorati delle nocche, giaceva immobile sul cuscino accanto a lui. (tratto dal romanzo di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico")

mercoledì 27 maggio 2015

Come i Romani, come gli antichi Romani...

Il caldo a Villa Negromonte era una mania. Ai primi di marzo le stanze erano ancora riscaldate come se fossimo in Siberia. I termosifoni erano accesi a qualsiasi ora, e si sarebbe crepati di caldo anche a voler andare in giro nudi. Lo Sciacallo aveva fatto passare i tubi dell'acqua calda sotto il pavimento, e indicando le grandi lastre di marmo dalle quali emanava un caldo che trapassava qualsiasi scarpa si vantava della sua modifica: "Come i Romani, come gli antichi Romani!". Era per questo che nella villa quasi tutti giravano con i sandali, e si sentiva lo sbattere delle suole sul marmo per tutto il giorno. Ferdinando diceva che ormai nel vecchio edificio i Negromonte stavano troppo sacrificati, e per allargarsi si erano presi il parco della Floridiana. Che significava, che era proprietà dello Stato? Ma allora non avevo capito niente! "Sciacà, ma tu non ci spieghi niente al nostro giovane? 'O Stato! E' capito? Questo parla ancora di Stato!" I Negromonte avevano messo le mani sulla Floridiana con la formula della "concessione temporanea", e stavano ridisegnando da capo il parco e la villa per tornare alla tradizione. Ferdinando si portava sempre appresso il fratello perchè era il progettista, ma era afferrato dall'insofferenza per le sue lunghe pause e lo interrompeva in continuazione. (dal romanzo di Giuseppe Montesano "Di questa vita menzognera")
Foto 1.2. Comune di Monte Argentario (GR), spiaggia la "Feniglia" Frazione Porto Ercole e Cala Calera.

sabato 23 maggio 2015

Con quei suoi sorrisi avari...

Quella sera, su un letto troppo piccolo per il suo corpo lungo e sgraziato, Jack si rigirò con tanta insistenza che finì per spingere le coperte in terra e i piedi gli rimasero ciondolanti al freddo. Dovette dormire su un fianco con le ginocchie raccolte sul petto. Sfregava lentamente un piede contro l'altro per scaldarsi. Ce l'aveva con Paul per averlo deriso come faceva con quella culona di Wendy. Ma sarebbe stato troppo facile ridurre tutto a una presunta superiorità di Paul, con quei suoi sorrisi avari, la distaccata arroganza, la striscia di vernice blu cobalto che gli tagliava in diagonale il costato, la sua andatura a lunghe falcate, le natiche imbottite, lo scroto rosso e venoso come una foglia in autunno sotto la pioggia, e il pene grosso e scuro come una sanguisuga nel momento in cui te la strappi di dosso inorridito. (tratto dal romanzo "Jack Holmes e il suo amico" di Edmund White)

lunedì 18 maggio 2015

Non sarai lo stesso...


Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio ed è che tu, uscito da quel vento non sarai lo stesso che vi è entrato. (Haruki Murakami)

lunedì 11 maggio 2015

Quei ragazzi insolenti e spavaldi...

Per Jack, originario di un'eccentrica famiglia del Midwest, essere un gentiluomo significava aprire la porta alle signore e non dire parolacce in loro presenza. Era andato al collegio, uno fuori Detroit frequentato da tutti i rampolli della "città dell'auto". Ci si giudicava in base alla macchina, non ai modi o ai vestiti. Sebbene tutti gli studenti fossero tenuti a indossare unifome e cravatta, le giacche erano spesso di grandi magazzini, sgualcite e dozzinali. Perchè preoccuparsi dei vestiti quando si poteva andare su e giù per le stradine alberate di Bloomfield Hill su una Corvette, una Austin-Healey o una Thundebird, o bruciare un uomo d'affari al semaforo su Woodward Avenue? Pur essendo a suo modo un secchione raffinato, Jack era anche abituato alla compagnia dei ragazzi insolenti e spavaldi che abitavano quel mondo chiassoso e tutto al maschile di colpi all'armadietto scolastico, ginocchia sporche di fango, nasi rotti e pasti ingurgitati nell'enorme mensa simil-gotica che chiamavano la "cattedrale dei carboidrati". (tratto dal libro "Jack Holmes e il suo amico" di Edmund White)

venerdì 8 maggio 2015

Il mondo giallo...

"Il mondo giallo" è il nome che ho dato ad un modo di vivere, di vedere la vita, di nutrirsi delle lezioni imparate nei momenti brutti e in quelli belli. Il mondo giallo è fatto di scoperte e in particolare di scoperte gialle, dalle quali prende il nome. Ma ci arriviamo tra un pò, un attimo di pazienza. Intanto ti posso assicurare che in quell'universo non ci sono regole. Ogni mondo ha le sue regole, ma quello giallo fa eccezione. Non amo le regole e non le ho mai volute nel mio mondo. Non avrebbe senso. Non le credo necessarie; non servono a niente, esistono solo per essere trasgredite. Da come la vedo io, niente di quello che ci spacciano per sacro lo è davvero; niente di quello che ci dicono essere giusto lo è. C'è sempre un altro lato della medaglia, un secondo modo di vedere le cose. Ho sempre creduto che il vero mondo sia quello giallo. Quello che vediamo nei film è un universo di falsi luoghi comuni, che finisce per sembrarci reale. Ti mostrano come dovrebbe essere l'amore, ma quando ti innamori ti accorgi che non è per niente come al cinema. Ti fanno vedere cos'è il sesso, ma quando lo fai scopri che non ci assomiglia neanche lontanamente. Ti fanno addirittura vedere come dovrebbero finire le storie d'amore, e come risultato la gente si dà appuntamento in un bar per lasciarsi, emulando la scena di un film.
E non funziona, ovvio, non può funzionare, perchè nel mondo della celluloide la cosa si risolve in cinque minuti; tu invece ci metti sei ore e alla fine non hai nemmeno chiuso con quella persona, anzi, ti ritrovi a farle una proposta di matrimonio o a giurarle di volere un figlio. (tratto dal libro "Braccialetti rossi" di Albert Espinosa)

mercoledì 6 maggio 2015

Come un angelo distratto...


E' passasto più di mezzo secolo, ma ancora ho impresso nella memoria il momento preciso in cui lei entrò nella mia vita... come un angelo distratto che passando mi rubò l'anima... (da "La Casa degli Spiriti" di Isabel Allende)

martedì 5 maggio 2015

Il valore della vera amicizia...




Ma se consideri amico uno e non ti fidi di lui come di te stesso, sbagli di grosso e non conosci abbastanza il valore della vera amicizia. Con un amico decidi tranquillamente di tutto, ma prima decidi se è un amico: una volta che hai fatto amicizia, ti devi fidare; prima, però, devi decidere se è vera amicizia. Confondono i doveri dell'amicizia sovvertendone l'ordine le persone che, contrariamente agli insegnamenti di Teofrasto, dopo aver concesso il loro affetto, cominciano a giudicare e, avendo giudicato, non mantengono l'affetto. Rifletti a lungo se è il caso di accogliere qualcuno come amico, ma, una volta deciso, accoglilo con tutto il cuore e parla con lui apertamente come con te stesso. (da "Lettere a Lucilio" di Lucio Anneo Seneca, Libro Primo - capitolo 3° - par. 2°)



Non basta essere presenti, bisogna avere gli occhi aperti per scorgere l'occasione propizia e fugace; devi cercare di scovarla, e se la vedi, devi coglierla al volo e mettere ogni slancio, ogni tua forza per liberarti di questi tuoi impegni. E ora ascolta bene il mio giudizio: io penso che da una vita come questa devi uscire, oppure uscire addirittura dalla vita. Ma penso anche che non devi farlo in maniera brusca: sciogli più che spezzare quei nodi in cui ti sei malamente impigliato, e tuttavia, se non ci sarà altro modo di scioglierli, spezzali. Nessuno è tanto pavido da preferire di stare sempre in bilico, piuttosto che di cadere una volta per tutte. (da "Lettere a Lucilio" di Lucio Anneo Seneca, Libro Terzo - Capitolo 22° - par. 3°)

lunedì 4 maggio 2015

Continuare ad avere fiducia...

Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere "fiducia" stando attento a chi darai la fiducia due volte. (Gabriel Garcia Marquez, scrittore colombiano, 1927-2014)
La cosa peggiore per i potenti è che non possono "fidarsi" degli amici. (Eschilo, drammaturgo greco, 525-456 a.C.)

1.2 Panoramica del lago di Castelgandolfo (Roma)

domenica 3 maggio 2015

Non conoscevamo ancora le difficoltà della vita...

Dopo qualche mese arrivò l'esame di maturità. Le materie lampeggianti furono italiano, storia, filosofia, greco, latino. Un'infinità di cose imparate a memoria, alcune capite, altre no. Poi, la grande prova: poche domande, risposte volate via dalla bocca. Fuggite. Gli ultimi mesi di liceo furono strani. Rapidi e lentissimi al tempo stesso, liquefatti da una sottile e rarefatta paura per un giorno che ritenevamo importante. Il più importante, come se fosse decisivo di qualcosa. Chissà di che. In fondo non conoscevamo ancora le difficoltà della vita. I giorni trascorsero veloci: pomeriggi di studio, finto o reale, e serate. Svaghi notturni su cui aleggiava l'ombra dell'esame che stava per arrivare. Esame. Una parola di plastica sulle nostre bocche, ripetuta tanto da perdere il suo valore semantico. (tratto dal libro "Latte acido" di Rossella Longo)