mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale 2008


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Non esisteranno confini, ostacoli e distanze, che impediranno al nostro amore di attraversare il cuore, lasciando emozioni che non si cancellano. Succede solo a noi che facciamo insieme “un volo” che ci porta in questa grande immensità, dove nessun rumore possa arrivare... In qualunque posto giungerai, io ci sarò, e tra le cose che vivi, io vivrò. Se tutto è vero come noi, non finirà mai.

mercoledì 17 dicembre 2008

La vera amicizia

Non è facile definire l'amicizia, sentimento fra i più nobili e belli e, proprio per questo, fra i più rari. Più raro dell'amore perchè la sua essenza non è la passione, ma il sentimento. Nell'amicizia non c'è la diffidenza che c'è anche negli amori più forti, ma la fiducia. Una fiducia fondata sulla stima. Io posso amare una donna malvagia e volgare, una megera calcolatrice e fedifraga, ma non potrò mai esserle amico. Potrò solo essere amico di chi ha la mia stessa sensibilità, la mia stessa lealtà, i miei stessi gusti e disgusti, la mia stessa morale, i miei stessi principi, di chi condivide con me quei valori che rendono la vita degna di essere vissuta, e senza i quali, prima degli altri, tradiremmo noi stessi.L'amicizia ha un costo, ma i benefici che la ripagano non hanno prezzo. Ci s'infiamma per una donna o per un uomo anche a prima vista, e quando il nostro cuore batte per un altro o per un'altra, i suoi palpiti sfuggono a ogni controllo. Quando l'attrazione fisica diventa imperiosa e irresistibile, noi ne cadiamo in balia e solo il suo appagamento ci restituisce, con la pace dei sensi, quella dello spirito e quel discernimento che ci consente di valutare con lucidità e senza pregiudizi gli accadimenti esterni i loro protagonisti.L'amicizia è una conquista lenta e progressiva che può anche richiedere anni. Finchè non si penetra nell'animo del futuro sodale, sviscerandone le intime pieghe, svelandone i segreti, scoprendone le debolezze, ma anche la forza, i vizi e le virtù, le abdicazioni e le aspirazioni, finchè, insomma, non sapremo tutto, o tutto quello, che è possibile sapere di un altro esser umano, l'amicizia non avrà il definitivo suggello. L'amicizia, proprio perchè non ha altri fini se non quello di arricchirsi e di consolidarsi, può durare tutta una vita.Nessuna sfida perduta per colpa di un amico, nessuna prova fallita per la sua inesperienza scalfiscono l'intensità e la luminosità di questo sentimento. Si è amici sempre, ovunque, e nessuna avversità, per quanto severa, potrà far vacillare il potente legame. L'amico, il vero amico, non ci volge mai le spalle ed è sempre pronto ad accorrere in nostro aiuto, a starci vicino, a confortarci, ad asciugare le nostre lacrime perchè è parte di noi.Purtroppo, non tutti coloro che si proclamano amici sono amici. C'è chi ci offre il suo braccio e il suo conforto, chi ci attesta la sua devozione non perchè amico nostro, ma della nostra fortuna. Quando questa ci abbandona, anche il sedicente amico, con pretestuosi distinguo o con penose menzogne, o senza troppe spiegazioni, con cinismo e ingratitudine, si allontana da noi, salvo rifarsi vivo se la buona sorte torna a dispensarci i suoi favori, nella speranza o nell'illusione, di esserne nuovamente partecipe e beneficiario.Facciamo tesoro delle parole di Hubbard: "Amico è chi sa tutto di te e nonostante questo gli piaci". O di Francis Bacon: "L'amicizia raddoppia le gioie e divide a metà le sofferenze".(A tu per tu R:Gervaso)

martedì 16 dicembre 2008

Efebo di Maratona

Statua bronzea (330 a.C.), rinvenuta nel 1925, al largo di Maratona. Rappresenta, con l'espressione spirituale e malinconica, le opere della scuola di Prassitele.

Cratere attico detto Vaso Francois

Roberto Vecchioni. Il Professore riscopre la Spiritualità.


"A sessanta anni ho riscoperto la spiritualità. Ho superato la rabbia e lo sconforto sapendo che ci si può salvare con la forza dell'amore".
"Sono un credente e un cristiano che però usa anche l'intelletto. Quindi la mia fede è lacerata e al tempo stesso rafforzata dai dubbi. Mi piace questa non certezza, ma la scoperta di mille possibili speranze e verità".
"Nel mio nuovo spettacolo alto e impegnativo parlo di Dio e del Natale riflettendo e anche un pò giocando. Ci sono brani come Vissi d'arte di Puccini ed altri che trattano del mio rapporto con Dio come Le rose blu, Blumun,Sogna ragazzo sogna. Eseguo arie di Handel, lo Sabat mater di Jacopone, Jingle Bells e Tannenbaum in versione jazz. Il tutto inframmezzato da testi di Giovanni Paolo II e Madre Teressa di Calcutta, Gandhi e poesie come Ode alla pace di Neruda, Borges, Gassman. Insomma un incontro tra parole e musica che testimoni l'amore e la pace.

lunedì 15 dicembre 2008

Magari


Magari toccasse a me
prendermi cura dei giorni tuoi
svegliarti con un caffè
e dirti che non invecchi mai...
Sciogliere i nodi dentro di te
le più ostinate malinconie.. magari
Magari toccasse a me
ho esperienze e capacità
trasformista per vocazione
per non morire, che non si fa...
Puoi fidarti a lasciarmi il cuore
nessun dolore lo sfiorirà.. magari!
Magari toccasse a me
Un po' di quella felicità... magari
Saprò aspettare te
domani, e poi domani, e poi... domani
Io come un ombra ti seguirò
la tenerezza ed il talento mio
Non ti deluderò
la giusta distanza io
Sarò come tu mi vuoi
ho un certo mestiere anch'io.. mi provi... mi provi
Idraulico cameriere
all'occorrenza mi do da fare
Non mi spaventa niente
tranne competere con l'amore
ma questa volta dovrò riuscirci
guardarti in faccia senza arrossire... magari...
Se tu mi conoscessi
certo che non mi negheresti.. due ali
Che ho un gran disordine nella mente
e solo tu mi potrai guarire... rimani
Io sono pronto a fermarmi qui
il cielo vuole così
Prendimi al volo e poi
non farmi cadere più da questa altezza sai
non ci si salva mai... mi ami? Magari... Mi ami!? Magari..

“Per saper morire bisogna aver saputo vincere.”


-->Non conoscevo Marco Pantani, il “Pirata”, ma conosco la depressione. La conosco bene, la conosco da quasi cinquanta anni, da quando, per la prima volta, ero ragazzo (avevo appena finito il liceo), ne fui vittima. Churchill, che ne soffrì per tutta la vita, la chiamava “il cane nero”, e mai definizione fu più azzeccata. Un “cane nero”, un mastino che ti s’insinua nei precordi e te ne sovverte i ritmi, ti penetra nelle viscere e te le macera, fino a ustionartele. Ti ghermisce quanto meno te lo aspetti, ma non ti affronta, come tanti altri mali, di petto: ti aggira, ti blandisce, ti circuisce. Diventa il tuo padrone, anzi il tuo tiranno e tu, se cadi nei suoi lacci, se non eludi le sue insidie, ne diventi l’ostaggio, lo zimbello, la vittima. Non ti dà tregua e, dopo averti stordito, assiste, impassibile e implacabile, alla tua agonia. T’instilla ancestrali sensi di colpa, ti paralizza gli arti, ti congela il pensiero. Si fa sadicamente gioco di te e, senza che tu te ne renda conto, ti trasforma in complice. Lo maledici, ma lo assecondi; gli volti le spalle per sottrarti ai suoi perfidi artigli, ai suoi subdoli tentacoli. Ma non ce la fai. Cerchi di cacciarlo, ma le forze ti mancano e quelle superstiti ti vengono meno. Irretito da una dannata fascinazione, lo insegui, poi torni sui tuoi passi e lui ti porta dove vuole e dove tu non vorresti andare. Ti ripieghi su te stesso, piangi, imprechi. I colori, prima si stemperano nel grigio, poi assumono tinte sempre più fosche, fino a quelle ferali del lutto. La depressione non è solo il più oscuro dei mali, ma, forse, anche il più antico. In nessun altro momento della vita, per quanto drammatico, ci sentiamo così indifesi, così disarmati, in balia di tutto e di nulla. Ci chiediamo perché, ma le nostre angosciose domande restano senza risposta, cadono nel vuoto. Stringiamo i denti, serriamo i pugni, tendiamo fino allo spasimo i muscoli della volontà: niente. E’ come se il mondo, il mondo intero, si fosse coalizzato contro di noi, quasi che volesse punirci per peccati non commessi, per colpe di cui mai ci siamo macchiati. All’alba, quando il sole sta per sorgere e la giornata per cominciare, il “cane nero” , schiumante di rabbia, sfodera i suoi incisivi e i suoi canini e ti sbrindella il ventre. Ti viene meno il respiro, la favella ti s’inceppa, e tu, con gli occhi persi, vorresti urlare, liberarti dall’orribile presa, lanciare l’estremo “S.o.s.” Ma non puoi, non ce la fai, e la mortificante impotenza ti fa desiderare la morte, la fine di tutto. Non importa a che prezzo; non importa se il più insano dei gesti costernerà chi ti ama e vorrebbe aiutarti. In questo marasma psichico, in questo assurdo sconcerto della mente, in questo offuscamento della ragione, segnato nel corpo e stremato nel fisico, invochi Atropo. Venga, la più funesta delle Parche, venga, si precipiti con le sue lugubri cesoie e spezzi senza esitazione e remissione il filo di un’esistenza diventata un calvario. Faccia il suo dovere di giustiziera, assolva il suo mesto compito, ponga l’estremo suggello a una vita piena di tormenti e senza più speranze. Non ci risparmi e non perda tempo. Vogliamo solo morire, e solo lei può appagarci. Non abbia pietà di noi: ci farebbe il più grave dei torti. Eppure, in tante tenebre, sepolti e soffocati nel tunnel della depressione, c’è un momento, fugace come un attimo, un flash della provvidenza, che pensavamo ci avesse dimenticato e anche irriso, c’è un momento in cui una scintilla improvvisa, un lampo fatale attraversa la nostra mente e la illumina. Lo percepiamo fuggevolmente, ma tanto basta a risvegliarci dall’ossessivo letargo, a rianimarci lo spirito. Ci rendiamo conto, per quanto accasciati e sconsolati, che non tutto è perduto, che qualche chance di riscossa ancora l’abbiamo, che la volontà, fiaccata dalle avversità, può ancora reagire ai suoi staffili. Ci accorgiamo che se molte risorse ci sono venute meno, altre, fin allora latenti, sono pronte a mobilitarsi per mettere in fuga il “cane nero”. A fatica ritroviamo noi stessi, la forza di lottare e l’orgoglio di vincere. Abbiamo sofferto e nessuna umiliazione ci è stata risparmiata. Ora basta. Ora passeremo all’attacco. Ora mostreremo anche noi le unghie, i denti, i muscoli. L’incubo è finito. Usciremo dal tunnel, rivedremo il cielo e riassaporeremo le gioie della vita. Marco Pantani questa forza, per fortuna non l’ha avuta e si è lasciato morire. Solo come un cane, divorato dal “cane nero”.(Roberto Gervaso)

sabato 13 dicembre 2008

Max Biaggi: Il ritorno del Corsaro


"Non vivo di miti, anche perchè ho qualche capello bianco e queste sono cose da ragazzini. Oggi apprezzo molto di più quelle persone che riescono a dare senza ricevere, gente semplice ma con un grande cuore, persone che fanno volontariato per aiutare chi ha bisogno. Ecco questi sono i miei miti.
Record Motomondiale (1992-2005):
Podi.112-Vittorie.42-Pole.56
Posizioni nel Motomondiale:
1^: 4 Mondiali 250 (1994-1995-1996-1997)-1 Europeo 250;
2^: 3 volte
3^: 3 volte
4^: 2 volte
5^: 2 volte
Totale partecipazioni n: 14

Palazzo Farnese di Caprarola (VT)


Eretto tra il 1547 e il 1559 su un massiccio bastione pentagonale da Antonio da Sangallo il Giovane.

Il Tempietto di S.Pietro in Montorio Roma

Edificato nel 1503 da Donato Bramante, per volere dei Reali di Spagna, nel luogo dove era stato crocifisso San Pietro.

mercoledì 10 dicembre 2008

La Madonna Nera "Vergine Lauretana"


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La Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, è la statua venerata nella Santa Casa all’interno della Basilica, formata da tre pareti addossate ad una grotta scavata nella roccia (così come si trova nella Basilica dell'Annunciazione a Nazaret). La tradizione popolare racconta che nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre del 1294 le pietre della casa di Nazaret vennero trasportate in volo dagli angeli. In realtà, alcuni studi e dei documenti ritrovati hanno confermato che il trasporto avvenne per mare su navi crociate. Infatti, dopo la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa da parte dei musulmani, un esponente della famiglia Angeli, regnanti dell'Epiro, si interessò di salvare la Santa Casa dalla sicura rovina, che fu, dunque, trasportata prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.
Si tratta di una Madonna Nera: la sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele.
Le principali festività lauretane ricorrono l'8 settembre in ricordo della Natività di Maria; e il 10 dicembre in ricordo dell'arrivo della Santa Casa a Loreto.


lunedì 8 dicembre 2008

La Colonna dell'Immacolata di Piazza di Spagna

Quei figli della speranza perduta

C'è un male oscuro che corrode la nostra società, la perdita del sentimento della speranza. La speranza è il motore stesso dell'esistenza. Se ai giovani si toglie la speranza di una vita diversa, è come se si togliesse loro la vita. Senza la speranza di un futuro diverso la vita diventa insopportabile. La speranza è figlia dell'illusione e del desiderio. Ma senza di essa un giovane non potrebbe nemmeno vivere. I nostri nonni e genitori hanno sopportato i sacrifici più grandi perchè animati dalla speranza di un futuro diverso per i figli.
Ricostruire un rapporto più maturo tra il sogno e la realtà è la vera grande sfida che ci attende se vogliamo rendere più tollerabile l'angoscia dell'esistenza dei giovani. Il sogno - insegnava Freud - è la realizzazione di un desiderio. Sognando possiamo aprire una porta sul futuro. (David Meghnagi)

venerdì 5 dicembre 2008

GLI APPELLATIVI PIÙ STRANI DEL MONDO SPORTIVO.

ADRIANO-L’IMPERATORE
ALDAIR-PLUTO
ALTAFINI-CORE ’NGRATO
BAGGIO-DIVIN CODINO-RAFFAELLO
BAPTISTA-LA BESTIA
BATISTUTA GABRIELE-IL RE LEONE
BECKENBAUER FRANZ-KAISER
BETTEGA ROBERTO-BOBBY GOL
BIAGGI MAX-IL CORSARO NERO
BITOSSI-CUORE MATTO
BOBAN-ZORRO
BONINSEGNA-BONIMBA
BRUNO-O ANIMALE
BRUSCOLOTTI-PALO E’FIERRO
BUTRAGUENO-EL BUITRE
CABRINI ANTONIO-IL BELL’ANTONIO
CAFÙ-PENDOLINO
CALAIÒ-L’ARCIERE
CAUSIO FRANCO-BARONE
CHIAPPUCCI-EL DIABLO
CHIARUGI-CAVALLO PAZZO
CHINAGLIA-LONG JOHN
CIPOLLINI-RE LEONE
COPPI-IL CAMPIONISSIMO
DE SISTI-PICCHIO
DEL PIERO-PINTURICCHIO
DENIS-EL TANQUE
DI LIVIO-SOLDATINO
EDMUNDO-O ANIMAL
FALCAO-OTTAVO RE DI ROMA
GARGANO-EL MOTO
GIANNINI GIUSEPPE-PRINCIPE
GIOVINCO-FORMICA ATOMICA
GULLIT-TULIPANO NERO
HELENIO HERRERA-HH
LAVEZZI-EL POCHO(FULMINE)
LEWIS CARL-IL FIGLIO DEL VENTO
LIEDHOLM-BARONE
MANFREDINI-PIEDONE
MARADONA DIEGO ARMANDO-EL PIBE DE ORO
MEAZZA-BALILLA
MENNEA PIETRO PAOLO-FRECCIA DEL SUD
MERCKS EDDY-IL CANNIBALE
MERONI-CALIMERO
MILITO-IL PRINCIPE
MONTELLA VINCENZO-AEROPLANINO
NORDHAL-POMPIERE
NOVELLINO-MONZON
ORIALI-PIPER
PALERMO-EL LOCO
PANTANI-IL PIRATA
PELÈ-O REY
PERUZZI-TYSON
PLATINI MICHEL-LE ROY
PRUZZO-BOMBER
RAVANELLI-PENNA BIANCA-SILVER FOX
RECOBA-EL CHINO
RICARDO LEITE-KAKÀ
RIVA GIGI-ROMBO DI TUONO
RIVERA-GOLDEN BOY
ROCCO-EL PARON
RONALDO-IL FENOMENO
ROSSI P.-PABLITO
ROSSI VALENTINO-ROSSIFUMI-THE DOCTOR
SAVICEVIC-GENIO
SIVORI ENRIQUE OMAR-CABEZON
TOTTI-ER PUPONE
VINICIO LUIS- O LIONE
ZALAYETA-PANTERON
ZENGA-UOMO RAGNO-DELTAPLANO
ZICO-GALINHO
ZOLA-MAGIC BOX

domenica 30 novembre 2008

Marco Pantani, Il “Pirata solitario”


(Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato uno dei più grandi scalatori di tutti i tempi. E’, a tutt'oggi, l'ultimo italiano ad avere vinto il Tour de France, nel 1998 (33 anni dopo Felice Gimondi) e l'ultimo ciclista, in assoluto, insieme a Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain ad avere vinto, nello stesso anno, il Giro e il Tour.
La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica (con il durissimo Mortirolo) e con il secondo posto in classifica generale. Al suo debutto nel Tour del 1994 finì terzo in classifica generale dietro a Miguel Indurain e Piotr Ugrumov, vincendo la maglia bianca come miglior giovane, pur senza riportare alcun successo di tappa.
L'anno successivo, arrivarono i primi successi di tappa al Tour, nella leggendaria Alpe d'Huez e nella tappa pirenaica di Guzet Neige. Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, venne investito da un'automobile durante la Milano-Torino, incidente che gli provocò la frattura in due punti di una gamba e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica.
Ritornò a correre nel 1997, ma al Giro d'Italia subì un nuovo incidente, nella discesa dal passo del Chiunzi, a causa di un gatto che attraversò la strada al passaggio del gruppo, e fu costretto al ritiro. Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla, riportando altri due successi parziali ancora all'Alpe d'Huez, staccando Ullrich e Virenque, e a Morzine.
Il Giro e il Tour nel 1998 Nel 1998 Marco Pantani si impose al Giro d'Italia. Rivaleggiando con gli specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Zülle, attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, raggiungendo la vittoria finale e numerosi successi di tappa.
Nel Tour dello stesso anno, Pantani battè finalmente Ullrich, staccandolo di quasi nove minuti nella tappa di montagna conclusa a Les-Deux-Alpes. Alla partenza Pantani aveva quasi 5 minuti da recuperare a Jan Ullrich: attaccò dunque sul Galibièr a quasi 70 kilometri dal traguardo e giunse all'arrivo in solitaria; dopo quella tappa il distacco non venne più colmato e Pantani divenne il primo italiano a vincere il Tour dopo Felice Gimondi nel 1965.
Le cose cambiarono per Pantani al Giro del 1999: la mattina del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio, quando era al comando con parecchi minuti di vantaggio sul secondo in classifica e con ben quattro tappe già vinte, vennero resi pubblici i risultati dei controlli del giorno precedente, dai quali risultava nel sangue di Pantani un livello di globuli rossi superiore al consentito. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu infatti del 52%, contro il 50% massimo valore consentito dai regolamenti, oltre al margine di tolleranza dell'1%. Pantani venne sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione dalla corsa rosa.


Comunque Pantani non risultò mai positivo a un controllo antidoping. L'unica associazione del Pirata con le pratiche di doping è relativa alle dichiarazioni di Jesus Manzano, reo confesso, che cita Pantani in un contesto in cui si accusano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor. Vengono alimentati in seguito dei dubbi su un eventuale "complotto" ai danni di Pantani.
Celebre la lettera di Renato Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007. In breve Vallanzasca sostiene che un suo amico, habitué delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima del "fatto" di Madonna di Campiglio consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che «il giro non lo vincerà sicuramente lui».
Pantani non partecipa di sua volontà al Tour del '99 fino a che non si fa luce su Madonna di Campiglio. In quel periodo la bicicletta non fa più parte della sua vita. Braccato dai media ed in preda ad una forte depressione, Marco resta chiuso in casa. Esce poco e non per andare in bici. Le poche volte che, con un guizzo d'orgoglio, torna in sella deve fare i conti con gli insulti dei passanti che lo etichettano come un dopato, il dopato d'italia. L'inizio del 2000 è un anno difficile, Marco fatica ad ingranare e la preparazione per il Giro si fa sempre più frammentata fino a diventare inesistente. Il problema della cocaina è superato in vista del Giro ma la preparazione fisica non è adatta ad una corsa così dura. Oramai nella Mercatone Uno si pensa ad un Giro senza Marco, con Garzelli capitano.
A sorpresa Marco partecipa al Giro all'ultimo istante. La sua prova è incolore causa la forma non ottimale. E' spento e nelle salite non brilla. Risorge invece sull'Izoard dove fa da gregario al capitano Garzelli, poi vincitore della classifica generale, e va ad agguantare un secondo posto di tappa che fa ben sperare.
Nonostante un anno d'inattività, Pantani partecipò al Tour de France del 2000. Anche se fuori dalla lotta per gran parte della corsa, si mise in luce confrontandosi con Lance Armstrong sulla salita del Mont Ventoux. In quella dura tappa Pantani perse inizialmente terreno per poi recuperare e staccare tutti gli altri e addirittura il vincitore dell'anno prima, Lance Armstrong. Lo statunitense poi lo andò a riprendere, e i due arrivarono appaiati al traguardo, dove Pantani vinse. Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiarò apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata. Qualche giorno dopo Pantani decise di attaccare di nuovo, nella tappa di Courchevel: recuperò i fuggitivi (l'ultimo ad arrendersi fu José Maria Jiménez) e andò a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di ben 50 secondi.
Nonostante l'episodio della squalifica a causa dei valori troppo alti dell'emato-crito, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che non smisero mai di osannarlo e che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa.
Il 21 giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol, uscendone ai primi di luglio per continuare le cure con i medici personali. Nel 2003 iniziarono anche a girare le voci di una possibile tossicodipendenza favorita dalla grave depressione.
Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte era stata causata da un arresto cardiaco, conseguente a un'overdose di cocaina. L'autopsia sul corpo del campione dopo la tragica morte ha escluso qualsiasi assunzione di sostanze dopanti al di fuori della cocaina stessa, assunta comunque in un periodo in cui non gareggiava (considerata sostanza dopante che può incrementare la resa atletica poco dopo l'assunzione, ma molto limitante per atleti in periodi di astinenza).
La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un grande corridore;uno degli sportivi italiani più popolari, protagonista nel bene e nel male di tante imprese.
Per ricordare le sue doti di scalatore, dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita (la più "rappresentativa") il titolo "Montagna Pantani", onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la "Cima Coppi" (il passo più alto percorso dal Giro). Nel 2004 la salita è stata il Mortirolo, nel 2005 il Passo delle Erbe, nel 2006 di nuovo il Mortirolo, nel 2007 la salita che giunge al Santuario di Oropa, dove Pantani vinse al Giro del 1999. Nel 2008 ancora una volta il Mortirolo, nella tappa del 31 maggio.
Palmarès
1994 (3 vittorie) - classifica giovani al Tour de France
2 vittorie al Giro d'Italia (Merano e Aprica) - 2° al Giro d’Italia.
• 1995 (4 vittorie)-1 tappa al Giro della Svizzera -classifica giovani al Tour de France 2 vittorie al Tour de France (Alpe d’Huez-12.7.1995 e Guzet Neige Pirenei-16.7.1995) - 3° al Campionato del Mondo in Colombia.
• 1997 (7 vittorie)-Eliminazione Circuito di Bologna-Classifica finale Circuito di Bologna-Rominger Classic - Criterium di Pijnacker - Due ruote per Carpi 2 vittorie al Tour de France (Alpe d’Huez-17.7.1997 e Morzine-19.7.1997)
• 1998 (20 vittorie) - 1 tappa alla Vuelta a Murcia - Classifica Gran Premio della Montagna alla Vuelta a Murcia - Criterium di Bologna - Classifica finale Attraverso Losanna - 1a e 2a prova Attraverso Losanna - Ole Ritter Classic - Criterium di Surhuisterveen - Criterium di Chateaulin - Criterium di L'Aquila - Criterium Luxemburgo Rominger Classic - Classifica finale Criterium Comunidad de Valencia
Classifica finale Giro d'Italia
Classifica del Gran Premio della Montagna al Giro d'Italia
2 vittorie al Giro d'Italia (Piancavallo PN e Plan di Montecampione)
Premio Azzurra d'Italia
Classifica finale Tour de France
2 vittorie al Tour de France (Plateau-de-Beille-22.7.1998 e Les Deux Alpes-27.7.1998)
• 1999 (8 vittorie) - Classifica finale Vuelta a Murcia - 1 vittoria di tappa Vuelta a Murcia Classifica Gran Premio della Montagna alla Vuelta a Murcia - 1 tappa alla Settimana Catalana - Classifica finale Coppa Italia a Squadre
4 vittorie al Giro d'Italia (Campo Imperatore Gran Sasso d’Italia – Oropa – Alpe di Pampeago – Madonna di Campiglio)
• 2000 (4 vittorie) - Criterium di Stiphout - Criterium Acht van Chaam
2 vittorie al Tour de France (Mont Ventoux-13.7.2000 e Courchevel 16.7.2000)