La sua vita ha avuto i colori intensi di un quadro di Van Gogh o Paul Gauguin. Per i ragazzini degli anni "cinquanta", cresciuti con al piede palloni improbabili, sventrati nell'impatto cruento con l'asfalto perchè di campi in terra battuta o in erba in giro ve n'erano pochini, Best ha rappresentato l'essenza del calcio, ha rappresentato la felicità del gioco, perchè allora era ancora gioco, non business, non show, solo inesauribile, inguaribile, straordinario gioco.
Questo calcio smemorato lo ha dimenticato. Non saremo come lui è stato, ma io l'ho amato anche perchè così lui è stato.
La sua filosofia di vita: "La mia è stata una bella vita. Ho fatto tutto ciò che mi andava e oggi rifarei tutto alla stessa maniera". Nessuna vita è giudicabile se non sia stata spesa per far del male agli altri. E lui il male, alla fine, lo ha fatto solo a se stesso, pagando il conto.
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