martedì 25 novembre 2014

Dev'essere stato in quel momento che ho capito quando il mondo sia ingiusto........

Non avevo mai pensato che si potesse affrontare un intervento senza avere qualcuno in ansiosa attesa al di là della porta. Qualcuno che il chirurgo potesse andare a tranquillizzare per il ritardo o per l'inconveniente inaspettato. "Che cosa deve fare?" gli chiesi con il tono più adulto che mi riuscì di imitare. Lui si voltò, inchiodandomi ancora una volta con lo sguardo. "Sto per rimanere con mezzo polmone soltanto. Quanto basta per poter respirare e sbuffare un pò. Anche se alla mia età non è che ne abbia più tanto bisogno. Mi hanno detto che si può vivere anche con un quarto di polmone. Per cui ne avrò d'avanzo". Rimasi sconvolto. Io, che stavo per farmi togliere le tonsille, avrei avuto accanto i miei genitori, i due nonni ancora in vita e mio fratello. Lui, che stava per perdere quasi tutto il suo fiato, non aveva nessuno a fargli compagnia...... Dev'essere stato in quel momento che ho capito quanto il mondo sia ingiusto. Da allora ho assistito a tante di quelle ingiustizie che ho smesso di contarle, convivendoci senza battere ciglio. "Ci sarò io, ad aspettarla" risposi d'un fiato, quasi senza rendermi conto di quello che dicevo. Lui sorrise, per la prima volta. Un sorriso pieno di gioia. Si avvicinò e mi strinse forte, con un abbraccio che mi trasmise tutta la paura per quell'intervento, che gli avrebbe tolto la possibilità di respirare quanta aria voleva. "Grazie" mi sussurrò. "E' più bello uscire di là, se sai di avere una persona che ti aspetta qui. Mi sembrerà quasi di dover recitare per qualcuno, e questo è fondamentale. Lo sapevi che in teatro si va in scena solo se le persone in sala sono almeno tante quanti gli attori?" Scossi la testa. "Ora lo spettacolo può cominciare, perchè ho uno spettatore. Darò il massimo per te". Mi sciolse dall'abbraccio e interruppe quel discorso sussurrato. (tratto dal romanzo di Albert Espinosa "Se mi chiami mollo tutto.......... però chiamami")

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