domenica 29 marzo 2015

La sua bocca prendeva la mia...

Anche quando facevamo l'amore lei prendeva possesso di me in modo naturale. La sua bocca prendeva la mia, la sua lingua giocava con la mia, mi diceva dove e come toccarla, e quando stava sopra, cavalcandomi finchè venivo, per lei io ero semplicemente lì per soddisfare la sua voglia. Non che non fosse tenera e non mi desse piacere. Ma lo faceva solo per il suo piacere di giocare, e lo fece fino a quando imparai anch'io a prendere possesso di lei. Questo avvenne in seguito, anche se non l'imparai mai bene. Ma neanche mi mancò molto. Ero giovane e venivo in fretta, e quando poi pian piano mi rianimavo, lasciavo volentieri che lei prendesse possesso ancora di me. Io la guardavo quand'era sopra di me, e vedevo il suo ventre che sopra l'ombelico faceva una piega profonda, i suoi seni, il destro un tantino più grande del sinistro, il suo viso con la bocca aperta. Puntava le mani sul mio petto e all'ultimo momento s'impennava, irrigidiva la testa e cacciava un urlo rauco, soffocato, rotto da singhiozzi, che la prima volta mi spaventò, ma dopo aspettai sempre avidamente. Dopo eravamo sfiniti. Spesso si addormentava su di me, e io sentivo la sega in cortile e il vociare degli operai che ci lavoravano, così forte che copriva il rumore. Quando la sega smetteva, penetravano in cucina, attenuati, i rumori del traffico  nella Bahnhofstrabe. Quando sentivo dei bambini gridare e giocare, allora sapevo che le lezioni erano finite e l'una era passata. (dal libro di Bernhard Schlink "A Voce Alta")

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