Foto scattata da Febix96 all'interno del lago di Castel Gandolfo l'8 luglio 2015.
Tutto cominciò con Pitagora nel VI secolo a.C. Un giorno l'illustre filosofo disse ai suoi discepoli: "Ragazzi, qua gli uomnini si dividono in due categorie: i matematici, che poi saremmo noi, e gli acusmatici, che sarebbero tutti gli altri. I primi posseggono la conoscenza (màthema in greco) e sono per questo sempre rispettati, gli altri invece non contano nulla: devono solo sentire e basta. Ciò premesso, è bene che voi da oggi non vi facciate più capire: ogni volta che siete in presenza di un estraneo, ovvero di un acusmatico, parlate per codici, usando parole incomprensibili, se non addirittura dei numeri. Solo così riuscirete a conservare il potere". I discepoli non se lo fecero dire due volte e s'inventarono "ipso facto" il primo linguaggio per addetti ai lavori. Si racconta infine che uno degli allievi, tale Ippaso, abbia tradito il maestro e si sia messo a divulgare i segreti della setta, per la cronaca numeri irrazionali. Ebbene, non fece molta strada: colpito dalle maledizioni di Pitagora, naufragò a poche miglia da Crotone, mentre cercava disperatamente di prendere il largo. Da quel giorno nel mondo accademico, i divulgatori furono sempre considerati dei traditori della categoria, degni del massimo disprezzo. (tratto dal libro "Il caffè sospeso" di Luciano De Crescenzo)
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