venerdì 10 luglio 2015

I matematici e gli acusmatici...

Foto scattata da Febix96 all'interno del lago di Castel Gandolfo l'8 luglio 2015.

Tutto cominciò con Pitagora nel VI secolo a.C. Un giorno l'illustre filosofo disse ai suoi discepoli: "Ragazzi, qua gli uomnini si dividono in due categorie: i matematici, che poi saremmo noi, e gli acusmatici, che sarebbero tutti gli altri. I primi posseggono la conoscenza (màthema in greco) e sono per questo sempre rispettati, gli altri invece non contano nulla: devono solo sentire e basta. Ciò premesso, è bene che voi da oggi non vi facciate più capire: ogni volta che siete in presenza di un estraneo, ovvero di un acusmatico, parlate per codici, usando parole incomprensibili, se non addirittura dei numeri. Solo così riuscirete a conservare il potere". I discepoli non se lo fecero dire due volte e s'inventarono "ipso facto" il primo linguaggio per addetti ai lavori. Si racconta infine che uno degli allievi, tale Ippaso, abbia tradito il maestro e si sia messo a divulgare i segreti della setta, per la cronaca numeri irrazionali. Ebbene, non fece molta strada: colpito dalle maledizioni di Pitagora, naufragò a poche miglia da Crotone, mentre cercava disperatamente di prendere il largo. Da quel giorno nel mondo accademico, i divulgatori furono sempre considerati dei traditori della categoria, degni del massimo disprezzo. (tratto dal libro "Il caffè sospeso" di Luciano De Crescenzo)

 

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