sabato 6 giugno 2015

La notte è un inchiostro che divora...

La notte, invece quassù, è un inchiostro che divora ogni cosa, spariscono gli alberi, svanisce l'orizzonte della valle, spariscono la stalla, la slitta, la staccionata dell'orto. Svaniscono le forme e cambiano i rumori. I pettirossi, i merli, le gazze e le cornacchie si ritirano sui rami ghiacciati. Tra la paglia, gli agnelli si stringono alle madri senza più belare, solo il respiro li tiene uniti - due piccole nubi di fiato - e un fiato leggero esce anche dalla loro pelliccia, fuma nell'aria come il suolo di marzo quando la neve si scioglie e il cielo riscalda ogni cosa. La notte ha i suoi abitanti e sono abitanti senza volto. Il richiamo insistente del gufo, la voce acuta della civetta. Lontano, di tanto in tanto, si sente l'ululato solitario dei lupi inframmezzato all'abbaiare secco delle volpi intorno alle case. Quando poi il buio si stempera, sul suolo gelato echeggia lo scalpiccio dei cervi e il loro forte bramito che prelude all'accoppiamento. (brano tratto dal romanzo di Susanna Tamaro "Per sempre")
1.2. Opere di Brian Richard Taddei.

Nessun commento: