lunedì 20 aprile 2015
Non ne ho avuto il coraggio...
"Ho cercato di nasconderti la verità, ma avrei dovuto sapere che non potevo imbrogliarti a lungo. Chissà, forse sarebbe stato meglio se te ne avessi parlato prima, ma sono un codardo e non ne ho avuto il coraggio. Il fatto è che non sopporto l'idea di ferirti. Eppure non credo di essere l'unico responsabile; non è facile essere all'altezza del tuo concetto di amicizia! Ti aspetti troppo dai comuni mortali, mio caro Hans, cerca, quindi, di capirmi e perdonarmi e, ti prego, non togliermi la tua amicizia." Gli diedi la mano, senza osare di guardarlo negli occhi, per timore che uno dei due potesse scoppiare a piangere. Dopotutto avevamo solo sedici anni. Con gesto lento Konradin richiuse il cancello di ferro che mi separava dal suo mondo. Sapevamo entrambi che non avrei più oltrepassato quel confine e che la casa degli Hohenfels non si sarebbe più aperta ad accogliermi. Konradin si avviò piano verso l'edificio, sfiorò un pulsante e la porta si aprì misteriosamente e senza far rumore. Si voltò e agitò la mano in segno di saluto, ma io non lo ricambiai. I grifoni, con i loro becchi adunchi e gli artigli simili a falci, mi guardavano dall'alto del cancello su cui si ergeva, tionfale, lo stemma degli Hohenfels. Konradin non mi invitò più a casa sua e io accolsi con riconoscenza questa sua delicatezza. Continuammo a frequentarci come se niente fosse successo e lui venne ancora a trovare mia madre, anche se meno frequentemente di prima. Ma sapevamo che le cose ormai erano cambiate e che quell'episodio era l'inizio della fine della nostra amicizia e dell'adolescenza. (da "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman)
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