Opera di Pierre-Narcisse Guerin.
Rimasi seduto in attesa per una decina di minuti, con quella solita noia ansiosa che mi prende quando sta per succedere qualcosa di eccitante. Mi ricordai di tutte le volte che da ragazzo mi ero sentito troppo poco elegante o troppo rosso a causa dell'acne in posti molto meno fastosi di quello. Stavolta mi sentivo quasi del tutto sicuro di me. Non avevo i calzini bucati. Portavo una camicia nuovissima con i bottoni sul colletto non liso e di un blu non sbiadito. Le scarpe erano fatte a mano in Inghilterra. Le unghie pulite e uniformi, le orecchie prive di cerume, la faccia finalmente di un unico colore, un bianco pallido normannocon qualche minima cicatrice di acne che ci stava anche bene. (dal romanzo di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico")
martedì 30 giugno 2015
domenica 28 giugno 2015
Vodka tonic perr abbordare gli uomini...
Teneva tre grandi piante su una cantoniera accanto alla finestra che dava sulla facciata del palazzo e non dimenticava mai di annaffiarle. Una volta a settimana faceva venire una donna delle pulizie per mezza giornata. Una volta lei gli disse che per essere un uomo era piuttosto ordinato. Dato che scriveva di affari e finanza gli amici davano per scontato che tenesse anche un portafoglio di investimenti, ma in realtà non avere un compagno nè dei figli gli dava scarsa motivazione ad accumulare ricchezze. Ogni mese versava una somma in un fondo previdenziale, sebbene pensare alla pensione a nemmeno quaran'anni lo deprimesse. Per vivere negli agi a New York aveva bisogno di quasi tutto il suo stipendio. Mangiava fuori cinque sere a settimana e spendeva una piccola fortuna in vodka tonic nei bar dove andava perr abbordare gli uomini. (dal romanzo di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico)
1.2. Opere di Gianni Bellini.
1.2. Opere di Gianni Bellini.
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lunedì 22 giugno 2015
La pelle rischiarata dalla luce lunare...
La luna era ricomparsa sulla sinistra e si vedeva benissimo l'isola sacra davanti e nient'altro, nessun'altra luce. Anna si sfilò la maglietta. Lui vide il seno rotondo, scuro, e la pelle rischiarata dalla luce lunare e i riflessi argentei sul fianco. Non si mosse. La guardò mentre con due dita tirava il legaccio dei pantaloni di tele che le scendevano giù sulle gambe brune, vide il seno tremare e il bacino di pelle solo leggermente più chiara, senza nessun segno del costume, sull'incavo nudo e una peluria appena accennata tra il filo delle anche ampie che si perdeva nel buio. Rimase ancora un attimo a guardarla come se la sua pelle fosse così calda da poter emettere da un momento all'altro una nuvola di vapore. Lei lo guardò piegando un pò la testa da una parte. Velocemente Lorenzo si tolse la maglietta e i calzoni, li lasciò lì da una parte e, nudo, si avvicinò a lei e la sfiorò tremante. "Ciao" disse in un soffio Anna. Lui passò le labbra vicinissime al suo collo senza baciarla, solo in un movimento morbido, intanto con una mano le carezzò il fianco, salì verso il seno sfiorandola, e si sentì così forte che si avvicinò ancora. Poi all'improvviso la prese per mano e la portò verso riva. Si tuffò in acqua e nuotò sotto per qualche metro, nel mare nero, poi riapparve e la aspettò. (brano tratto dal romanzo di Matteo Nucci "Sono comuni le cose degli amici" candidato al premio Strega 2010)
2) Opera di John Roddam Spencer Stanhope (1829-1908), Love and the Maiden.
2) Opera di John Roddam Spencer Stanhope (1829-1908), Love and the Maiden.
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sabato 20 giugno 2015
Ho superato un'orribile cura...
Opera di Mel Odom.
"Ho scontato sei mesi nell'isola di Raicher per aggressione, rapina, e resistenza all'arresto. Ho superato un'orribile cura e sono rimasto pulito per tutta la detenzione, anche se trovare della buona roba qui è molto più facile che per le strade... Però è stata dura. Quando rileggo questi diari, mi chiedo come faccio ad essere ancora vivo, ammesso che mi importi. Comunque è finita con quei maiali galeotti che cercavano di stuprarmi nelle docce. È finita con gli schifosi carcerieri che mi cavavano il sangue delle caviglie per rivenderlo. Ora la mia mente è occupata da gentili pensieri. Pensavo che tutti hanno un padrino e una madrina. Mi chiedevo chi potevano essere il mio padrino e la mia madrina. Mia madre non veniva a trovarmi qui... dovevo aspettare di tornare a casa per chiederlo a lei!" (tratto dal film "The Basketball Diaries"-"Ritorno dal Nulla" con Leonardo DiCaprio "Jim Carroll")
"Ho scontato sei mesi nell'isola di Raicher per aggressione, rapina, e resistenza all'arresto. Ho superato un'orribile cura e sono rimasto pulito per tutta la detenzione, anche se trovare della buona roba qui è molto più facile che per le strade... Però è stata dura. Quando rileggo questi diari, mi chiedo come faccio ad essere ancora vivo, ammesso che mi importi. Comunque è finita con quei maiali galeotti che cercavano di stuprarmi nelle docce. È finita con gli schifosi carcerieri che mi cavavano il sangue delle caviglie per rivenderlo. Ora la mia mente è occupata da gentili pensieri. Pensavo che tutti hanno un padrino e una madrina. Mi chiedevo chi potevano essere il mio padrino e la mia madrina. Mia madre non veniva a trovarmi qui... dovevo aspettare di tornare a casa per chiederlo a lei!" (tratto dal film "The Basketball Diaries"-"Ritorno dal Nulla" con Leonardo DiCaprio "Jim Carroll")
giovedì 18 giugno 2015
L'animo del saggio è come il mondo sulla luna...
14 Ti
insegnerò come tu possa renderti conto di non essere saggio. Il saggio è pieno
di gioia, allegro e sereno, imperturbabile; la sua vita è pari a quella degli
dèi. E ora esamina te stesso: se non sei mai triste, se nessuna speranza ti fa
trepidare in attesa del futuro, se notte e giorno il tuo spirito fiero e
soddisfatto di sé mantiene un atteggiamento stabile e sempre uguale, hai
toccato il culmine dell'umano bene; ma se cerchi dovunque ogni genere di
piaceri, sappi che ti mancano ugualmente saggezza e gioia. Vuoi raggiungerla,
ma sbagli se speri di arrivarci tra le ricchezze e gli onori: cerchi cioè la
gioia tra gli affanni: i falsi beni, cui aspiri convinto che ti daranno
contentezza e piacere, sono causa di dolori.
15
Tutti, lo ribadisco, tendono alla gioia, ma ignorano dove sia possibile
trovarne una duratura e intensa: c'è chi la cerca nei banchetti e
nell'intemperanza, chi nell'ambizione e nella folla dei clienti che gli si
accalcano intorno, chi nell'amante, chi poi nella vana ostentazione delle scienze
liberali e negli studi letterari che non giovano a niente; tutti costoro si
lasciano ingannare da piaceri fallaci e di breve durata, come l'ubriachezza che
fa scontare l'allegra pazzia di un'ora con un lungo malessere, come gli
applausi e il favore della folla acclamante che si ottiene e si paga a prezzo
di gravi preoccupazioni.
16
Riflettici; questo è il risultato della saggezza: una gioia stabile. L'animo
del saggio è come il mondo sulla luna: là c'è sempre il sereno. Hai, dunque, un
valido motivo per desiderare la saggezza: una gioia perpetua. Questa gioia
nasce unicamente dalla coscienza delle proprie virtù: può gioire solo l'uomo
forte, giusto, temperante.
17
"E allora?" chiedi. "Gli stolti e i malvagi non provano
gioia?" Non più dei leoni che conquistano la preda. Quando sono stanchi di
vino e di orge, quando hanno passato la notte negli stravizi, quando i piaceri
accumulati smisuratamente nel corpo cominciano a farlo marcire, allora,
infelici, gridano quel famoso verso virgiliano: Tu sai come abbiamo trascorso
l'ultima notte tra false gioie.
18 I
lussuriosi passano ogni notte tra false gioie e come se fosse l'ultima: ma
quella gioia che tocca agli dèi e a chi li emula è continua, senza fine;
finirebbe, se derivasse da altri. Ma poiché non è un dono di altri, non è
soggetta all'arbitrio altrui: la sorte non può strappare ciò che non ci ha
dato. Stammi bene. (da "Lettere a Lucilio" di Lucio Anneo Seneca)
1.2. Ernst Fuchs Museum of Vienna-Austria.
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mercoledì 17 giugno 2015
Cominciava a perdere luminosità...
Il filo sulla veranda era vuoto. La porta era chiusa e, dentro, il letto era ancora sfatto e il cucinino era pulito e non c'era niente di particolare in giro. Poggiò lo zainetto da una parte, si svestì, si mise il costume e uscì di nuovo. Era zuppo di sudore. Percorse la stradina fino alla piccola spiaggia, il bar era quasi vuoto, c'era una mucichetta bassa e poche grida di bambini che giocavano. Andò diritto verso il mare e si tuffò nell'acqua fredda che sembrava incolore, sotto al cielo che cominciava a perdere luminosità, la sabbia compatta del fondale e il sole bassissimo, quasi scomparso tra l'isola sacra e Naxos. Nuotava sott'acqua sfiorando il fondale grigiastro, buio, tornava e si immergeva di nuovo, poi arrivò alla fila di minuscole boe che segnavano il limite oltre il quale erano ancorati i gozzi dei pescatori. Si aggrappò a una cima e rimase a galleggiare supino. La corda ruvida bagnata fra le dita, l'acqua che gorgogliava nelle orecchie, il silenzio rotto da un motore di barca lontanissimo. (brano tratto dal romanzo "Sono comuni le cose degli amici" di Matteo Nucci)
domenica 14 giugno 2015
La banalità dei giorni...
Discus-thrower (discobolus) - The British Museum London.
Nei lunghi inverni di solitudine mi sono spesso chiesto come sarebbe il mondo intorno a me, se fosse ancora visto dai tuoi occhi. Quando dicevo "sono un uomo noioso" dicevo la verità. Per me tu eri come l'incantatore di serpenti, suonavi e io uscivo dalla cesta. Ma, senza la musica, i miei pensieri diventavano ristretti come quelli di un rettile. La tua fantasia era in grado di trasformare in meraviglioso anche l'evento più banale. Al contrario, io ho sempre avuto uno sguardo indagatore. Invece di costruire la realtà, preferisco sprofondarmi dentro, muovere la terra, scavare, andare avanti a fiuto e a tatto, per cercare di scoprire cosa si nasconde sotto la banalità dei giorni. Per questa ragione, credo, sono stato un buon medico. Per questo, forse, anche quassù non sono mai realmente solo, i pensieri mi fanno compagnia dissezionando ogni cosa con la meticolosa puntualità di un entomologo. (brano tratto dal romanzo di Susanna Tamaro "Per Sempre")
Nei lunghi inverni di solitudine mi sono spesso chiesto come sarebbe il mondo intorno a me, se fosse ancora visto dai tuoi occhi. Quando dicevo "sono un uomo noioso" dicevo la verità. Per me tu eri come l'incantatore di serpenti, suonavi e io uscivo dalla cesta. Ma, senza la musica, i miei pensieri diventavano ristretti come quelli di un rettile. La tua fantasia era in grado di trasformare in meraviglioso anche l'evento più banale. Al contrario, io ho sempre avuto uno sguardo indagatore. Invece di costruire la realtà, preferisco sprofondarmi dentro, muovere la terra, scavare, andare avanti a fiuto e a tatto, per cercare di scoprire cosa si nasconde sotto la banalità dei giorni. Per questa ragione, credo, sono stato un buon medico. Per questo, forse, anche quassù non sono mai realmente solo, i pensieri mi fanno compagnia dissezionando ogni cosa con la meticolosa puntualità di un entomologo. (brano tratto dal romanzo di Susanna Tamaro "Per Sempre")
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lunedì 8 giugno 2015
A causa della stupidità della...
Il fatto che un'opinione sia condivisa non prova che non sia assurda. A causa della stupidità della maggioranza, è molto più probabile che un giudizio diffuso sia sciocco. (Bertrand Russell, filosofo inglese, 1872-1970)
1.2. Grotte buddiste di Longmen. Località: Luoyang Cina
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sabato 6 giugno 2015
La notte è un inchiostro che divora...
La notte, invece quassù, è un inchiostro che divora ogni cosa, spariscono gli alberi, svanisce l'orizzonte della valle, spariscono la stalla, la slitta, la staccionata dell'orto. Svaniscono le forme e cambiano i rumori. I pettirossi, i merli, le gazze e le cornacchie si ritirano sui rami ghiacciati. Tra la paglia, gli agnelli si stringono alle madri senza più belare, solo il respiro li tiene uniti - due piccole nubi di fiato - e un fiato leggero esce anche dalla loro pelliccia, fuma nell'aria come il suolo di marzo quando la neve si scioglie e il cielo riscalda ogni cosa. La notte ha i suoi abitanti e sono abitanti senza volto. Il richiamo insistente del gufo, la voce acuta della civetta. Lontano, di tanto in tanto, si sente l'ululato solitario dei lupi inframmezzato all'abbaiare secco delle volpi intorno alle case. Quando poi il buio si stempera, sul suolo gelato echeggia lo scalpiccio dei cervi e il loro forte bramito che prelude all'accoppiamento. (brano tratto dal romanzo di Susanna Tamaro "Per sempre")
1.2. Opere di Brian Richard Taddei.
1.2. Opere di Brian Richard Taddei.
mercoledì 3 giugno 2015
Bloccato dalla paura di essere scoperto...
Opera di John Singer Sergeant "Chiron and Achilles".
Quando Will disse: "Non sai mai cosa ci troverai là sotto", Jack cominciò a chiedersi ossessivamente a cosa si riferisse, cosa ci fosse da trovare là sotto a parte le matasse di peli pubici marrone topo, le palle delle dimensioni di uova di quaglia, alte e raggrinzite in una sacca ricoperta di una stuoia di peli ancora più corti e grezzi, intessuti in un parrucchino pubico talmente fitto da nascondere la pelle, e poi un pene medio-piccolo e circonciso, da sobborgo cittadino, del tipo che Jack associava alle docce del collegio, e infine i peli che gli percorrevano l'interno delle cosce andando a sfumare sulle gambe nella più ovvia delle pelurie bionde scolorite dal sole, e anche quella gli ricordava i giocatori di basket delle superiori a bordo campo, coi loro pantaloncini tirati sulle gambe e i gomiti sulle ginocchia. All'epoca, dovette ammettere Jack, era bloccato dalla paura di essere scoperto a fissarli; al tempo delle superiori non si rendeva conto di quanto fosse attratto da quelle gambe lunghe, pelose e muscolose, e di come l'occhio seguisse le linee di pelo su, fino al tesoro nascosto. (dal libro di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico"
Opera di John Singer Sergeant "Hercules".
Quando Will disse: "Non sai mai cosa ci troverai là sotto", Jack cominciò a chiedersi ossessivamente a cosa si riferisse, cosa ci fosse da trovare là sotto a parte le matasse di peli pubici marrone topo, le palle delle dimensioni di uova di quaglia, alte e raggrinzite in una sacca ricoperta di una stuoia di peli ancora più corti e grezzi, intessuti in un parrucchino pubico talmente fitto da nascondere la pelle, e poi un pene medio-piccolo e circonciso, da sobborgo cittadino, del tipo che Jack associava alle docce del collegio, e infine i peli che gli percorrevano l'interno delle cosce andando a sfumare sulle gambe nella più ovvia delle pelurie bionde scolorite dal sole, e anche quella gli ricordava i giocatori di basket delle superiori a bordo campo, coi loro pantaloncini tirati sulle gambe e i gomiti sulle ginocchia. All'epoca, dovette ammettere Jack, era bloccato dalla paura di essere scoperto a fissarli; al tempo delle superiori non si rendeva conto di quanto fosse attratto da quelle gambe lunghe, pelose e muscolose, e di come l'occhio seguisse le linee di pelo su, fino al tesoro nascosto. (dal libro di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico"
Opera di John Singer Sergeant "Hercules".
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