Un sognatore che cammina solo su una spiaggia, un deserto intorno a lui; una testa invecchiata e tranquilla intorno alla quale ruotano uccelli di tempesta, stupiti; Dio chiamto a testimone, di tanto in tanto, in presenza di rocce e alberi; una canna che non soltanto pensa, ma medita; dei capelli che da neri diventano grigi, e da grigi diventano bianchi nella solitudine; un uomo che si sente diventare sempre più ombra; il lungo scorrere degli anni su colui che è assente, ma non morto; la gravità pensosa di questo diseredato; la nostalgia di questo innocente...
Un uomo talmente rovinato che non ha più che il suo "Onore"; talmente spogliato che non ha più che la sua "Coscienza"; talmente isolato che non ha più accanto che "l'Equità"; talmente rinnegato che non ha più con sè che la "Verità"; talmente respinto nelle tenebre che non gli resta più che il "Sole", ecco cos'è un proscritto. Ecco cosa sono io. (Victor-Marie Hugo, da Atti e Parole, 1852)
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