Ho debuttato nel campionato di calcio C.S.I., nell'ottobre 1967, ad Abellinum con la squadra del collegio del Carmine, “Gigi Meroni”. La muta di gioco completamente granata ci era stata regalata dal
presidente del Torino. Ancora oggi mi sento molto vicino alla gloriosa squadra, nonostante il mio tifo è indirizzato verso colori opposti, ma in questo mondo il rispetto verso gli altri viene prima di tutto. Apprezzo moltissimo il messaggio su F.B. del portiere della Nazionale azzurra Buffon, un vero monito per tutti, che pubblico volentieri.
"In una bella giornata post vittoria, il mio
pensiero va ai cugini del toro, ai loro tifosi e a quei gloriosi giocatori che
hanno reso orgogliosa la nazione intera e il popolo granata.
Onore a voi campioni del Grande Torino, in
eterno, e siano perdonati coloro che si macchiano di atti inqualificabili, come
deridervi o mancarvi di rispetto ancor oggi che sono passati quasi 70 anni.
I morti sono morti e non rompono i coglioni a
nessuno. Vanno lasciati in pace e vanno rispettati,
fossero anche i nemici ed i rivali più acerrimi che uno possa avere. Perché i
morti hanno mogli, figli e nipoti e dar loro una seconda atroce sofferenza,
oltre quella che hanno già patito, è disumano.
W la rivalità... W lo sfottò... W il
campanilismo... W la sportività... W la vita nella pienezza dei suoi
sentimenti, alcuni nobili, altri magari un po' meno. Ma quando si scrivono
frasi indecorose o inopportuni striscioni, probabilmente senza piena
consapevolezza, si è più morti dei morti.
Mi provoca ribrezzo e rabbia sentire torturare
ancor oggi i nostri 39 angeli dell'Heysel: non macchiamoci delle stesse colpe.
Siamo uomini. Dobbiamo distinguerci se vogliamo seminare qualcosa di duraturo e
costruttivo per l'umanità che arranca. Non accontentiamoci d'essere mediocri e
vili solo per rifarci di uno sgarbo subito.
In certe situazioni è meglio essere vittime che
carnefici perché i carnefici saranno condannati dalla vita a strisciare
nell'inferno della loro vacua esistenza. Le vittime patiranno il male subito,
ma poi capiranno che essere diversi dai propri aguzzini darà forza e sicurezza
per affondare la vita su valori autentici e per farsi portatori di bellezza,
coscienza, rispetto, lealtà, senza precludere nulla alla competizione o
rivalità.
Tifosi della Juve, mi rivolgo a voi perché so di
potermelo permettere dopo tutto quello che abbiamo condiviso insieme.
Tifosi della Juve, fatemi essere veramente orgoglioso di voi perché se pensiamo
e crediamo davvero che lo stile Juve rappresenti e indichi dei valori
meritevoli ed assoluti che ci caratterizzano, non è concepibile profanare e
violare la sensibilità di chi ha sofferto e soffre ancora: non insudiciamo
affetti, sentimenti e ricordi.
Un abbraccio a chi crede che, anche e
soprattutto nello sport, sia necessario essere uomini di buona volontà.