Mi
piace pensare alla vita come a un fiume, con rapide e cascate.
Ci sono periodi in cui tutto sembra scorrere liscio. Sei sulla tua canoa, remi con comodo e ti godi il panorama. Un giorno fluisce nell’altro, risolvi ogni piccolo problema e ti rimane anche del tempo per rilassarti. E poi, gradualmente, la corrente accellera; è ancora possibile farcela, ma bisogna impegnarsi un pochino di più. Successivamente arrivano le rapide e di colpo ogni cosa diventa più difficile. Può trattarsi di un nuovo progetto di lavoro, della malattia di qualche membro della famiglia, di un trasloco oppure di un licenziamento. Quale che sia la ragione, in questi momenti governi faticosamente la canoa, lottando per restare a galla.
Ci sono periodi in cui tutto sembra scorrere liscio. Sei sulla tua canoa, remi con comodo e ti godi il panorama. Un giorno fluisce nell’altro, risolvi ogni piccolo problema e ti rimane anche del tempo per rilassarti. E poi, gradualmente, la corrente accellera; è ancora possibile farcela, ma bisogna impegnarsi un pochino di più. Successivamente arrivano le rapide e di colpo ogni cosa diventa più difficile. Può trattarsi di un nuovo progetto di lavoro, della malattia di qualche membro della famiglia, di un trasloco oppure di un licenziamento. Quale che sia la ragione, in questi momenti governi faticosamente la canoa, lottando per restare a galla.
La mattina ti svegli con
la sensazione di essere già in ritardo e ogni giorno diventa una folle corsa
contro il tempo per portare a termine gli impegni. E poi le rapide si fanno più
veloci e tu continui ad avanzare in quella direzione. Tu “devi”, “sei
costretto”, “non hai altra scelta”. Vai avanti, avanti, avanti. E in lontananza
senti già lo scroscio della cascata e ti convinci che la tua unica possibilità
sia remare con più vigore. Devi superare quelle rapide, in un modo o
nell’altro, e cercare di metterti in salvo. Altrimenti, la cascata ti trascinerà
con sé. (Nicholas Sparks, Tre
settimane un mondo)
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