Per questo spesso mi sono sorpreso a pensare - molti anni dopo che mi avevate lasciato - che un giorno, andando avanti, probabilmente le nostre strade si sarebbero divise. Tu avresti continuato a camminare con il tuo passo regolare verso la meta - il rifugio, la vetta, la stella polare che orientava ogni tuo pensiero; io, non vedendo nulla di tutto ciò che vedevi tu, ad un certo punto, avrei iniziato ad annoiarmi. La noia avrebbe generato il desiderio di distrazione, così, davanti ad un bivio, prima o poi, ti avrei detto: "Sono curioso di vedere dove porta questo sentiero, vai pure avanti che ti raggiungo più tardi". Ma dopo il bivio, avrei trovato un viottolo e, dopo il viottolo, un sentiero impervio - tracciato forse da qualche camoscio - e anche quello mi sarebbe sembrato interessante, così sarei andato avanti e ancora avanti e, senza quasi accorgermene, la notte del non ritorno sarebbe rapidamente scesa sui miei passi.
Certo, tu avresti anche potuto tornare indietro, fermarti, spiegare, mostrare in cielo quella stella che io non ero in grado di vedere. Avresti potuto farlo, e sicuramente l'avresti fatto se io avessi avuto le orecchie aperte, gli occhi aperti. L'avresti fatto se io avessi abbassato la guardia, se davanti a te - invece del medico in grado di controllare ogni battito del cuore - avessi avuto il bambino che si sdraiava tra i campi, quel bambino che osservava il cielo e si stupiva, quel bambino che guardando le nubi, si domandava: "L'anima c'è? Cos'è? Da dove viene? Dove va?". (dal romanzo "Per sempre" di Susanna Tamaro)
1. Veduta del "Conero" da Loreto; 2. Scala all'interno del Santuario di Loreto; 3. Loggia sulla Piazza del Santuario di Loreto; 4. Raffigurazione di S. Michele (opera dell'artista Angelo) stl piazzale del Santuario di Loreto.
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