martedì 7 aprile 2015

Ho bisogno di sapere come stanno le cose.

Forse si aspettava la domanda, ma essa dovette ugualmente turbarlo perchè arrossì poi impallidì. Chissà, probabilmente aveva sperato che non gliela ponessi e che, dopo qulche giorno di broncio, avrei dimenticato l'accaduto. Una cosa era chiara, non era preparato alla mia franchezza, tanto che prese a farfugliare qualcosa del tipo che "non mi aveva affatto evitato", che "soffrivo di allucinazioni", che ero "ipersensibile" e che "non aveva potuto lasciare i suoi genitori." Ma io mi rifiutai di accettare le sue giustificazioni. "Senti un pò, Konradin," gli dissi. "Sai perfettamente che ho ragione. Credi che non mi sia accorto che le uniche volte in cui mi hai invitato a casa tua i tuoi genitori non c'erano? Sei davvero convinto che siano tutte allucinazioni? Ho bisogno di sapere come stanno le cose. Non voglio perdere la tua amicizia, lo sai... Ero solo prima del tuo arrivo e tornerei ad esserlo se tu mi respingessi, ma non posso sopportare l'idea che ti vergogni di me al punto da non volermi presentare ai tuoi genitori. Cerca di capirmi. Non mi interessa frequentarli abitualmente, mi basta solo conoscerli, rimanere con loro cinque minuti. Basterebbe questo a far sì che non mi sentissi indesiderato in casa tua. E poi, preferisco la solitudine alle umiliazioni. Valgo quanto tuti gli Hohenfels del mondo. Nessuno ha il diritto di umiliarmi, te l'assicuro, re, principe o conte che sia." (dal libro "L'amico ritovato" di Fred Uhlman)

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