lunedì 6 aprile 2015

Quella notte dormii malissimo.

Quando suonò il campanello che annunciava l'inizio del secondo atto, abbandonai la mia posizione, tornai a casa e, senza farmi vedere dai miei genitori, me ne andai dritto a letto. Quella notte dormii malissimo. Sognai che venivo aggredito da due leoni e da una leonessa e forse urlai perchè, svegliatomi di soprassalto, vidi i miei genitori chini sul mio letto. Mio padre mi misurò la febbre, ma non dovette trovare niente di anormale perchè, la mattina seguente, andai a scuola come il solito, nonostante mi sentissi debole come al termine di una lunga malattia. Konradin non era ancora arrivato. Mi diressi al mio banco dove rimasi seduto, fingendo di correggere un compito, e non alzai gli occhi nemmeno quando entrò. Anche lui andò dritto al suo posto e si mise a sistemare libri e matite, senza guardarmi. Ma appena suonò la campana che annunciava la fine della lezione, mi si avvicinò e, appoggiandomi le mani sulle spalle - un gesto che non aveva mai fatto -, mi rivolse qualche domanda, evitando tuttavia la più ovvia, e cioè se mi fosse piaciuto il "Fidelio". Risposi il più naturalmente possibile. Al termine della giornata scolastica Konradin mi aspettò e ce tornammo a casa assieme come se nulla fosse successo. Per una buona mezz'ora continuai a far finta di niente, pur sapendo che non gli sfuggiva ciò che si agitava in me, altrimenti non avrebbe esitato ad affrontare l'argomento che più ci stava a cuore, e precisamente l'episodio della sera precedente. Poi, mentre il cancello di ferro si apriva, preannunciando la nostra separazione, mi voltai verso di lui e gli dissi: "Konradin, perchè mi hai evitato ieri?" (brano tratto dal libro "L'amico ritrovato" del 1986 di Fred Uhlman - 1901-1985)

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